9.04.2008

food and art - il genio di massimo bottura

http://www.festivalartecontemporanea.it/eventvideo#viewVideo

Bruno Munari, Venezia 1992, Forchette parlanti

Pasona 02: Urban Underground Farm

mcdonald's sundial

McDonald's: Fresh Salads

The vertical farm

By the year 2050, nearly 80% of the earth's population will reside in urban centers. Applying the most conservative estimates to current demographic trends, the human population will increase by about 3 billion people during the interim. An estimated 109 hectares of new land (about 20% more land than is represented by the country of Brazil) will be needed to grow enough food to feed them, if traditional farming practices continue as they are practiced today. At present, throughout the world, over 80% of the land that is suitable for raising crops is in use (sources: FAO and NASA). Historically, some 15% of that has been laid waste by poor management practices. What can be done to avoid this impending disaster?

arte pubblica - alejandro diaz -

aria, magazine for travellers

9.03.2008

People's Park, utopia bucolica in miniatura

Almanacco di un mondo semplice

Cibus Felix. Un progetto per la promozione dei sapori tradizionali

Nuovo importante progetto per l’amministrazione comunale di Pagani in sinergia con l’istituto Hortus Felix, la Provincia di Salerno (Assessorato all’Agricoltura e Assessorato alla formazione scolastica), il Comune di Cava de’ Tirreni, l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, l’IPSAR, l’ Università di Napoli, Legambiente ed il Mercato Ortofrutticolo di Pagani. Le tradizioni gastronomiche paganesi sono da ricondursi, dal punto di vista religioso e antropologico, all'antico culto di Demetra, dea del grano e della terra feconda.
E' stato sottoscritto un protocollo d’intesa per realizzare il progetto "Cibus felix" – centro per la cultura, formazione e promozione dei sapori tradizionali. Si intende realizzare nel territorio dell’Agro Nocerino Sarnese, con sede presso l’IPSAR (Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione), un Centro per la Cultura, Formazione e Promozione dei Sapori Tradizionali. L’obiettivo è sviluppare, attraverso la valorizzazione delle risorse del territorio, una organica e integrata attività scientifico-formativa-culturale-imprenditoriale, realizzata in forma sinergica e complementare da enti pubblici e privati dei settori dell’agroindustria, della gastronomia e del turismo

Atlante dei prodotti tipici dei parchi italiani

Il territorio delle aree protette è il 10% di quello nazionale, cioè tanto, tantissimo. E proprio in quel dieci per cento ci sono le aree meno antropizzate del nostro Paese, le meno stravolte da un falso concetto di modernizzazione e, di conseguenza, le più ricche di esempi autentici di agricoltura, di artigianato, di specialità alimentari tradizionali.Le aree protette, per ragioni intrinseche, hanno favorito una spinta molto forte alla creazione di nuove imprese agroalimentari: pensiamo a tutto quel che significa il nuovo agriturismo, all’impulso che ha avuto l’agricoltura biologica o alla salvaguardia di germoplasma a rischio di estinzione. Tutte attività “nuove” che vanno a sovrapporsi e ad integrare quelle tradizionali ancora esistenti. E nel nostro paese sono ancora tantissime, un giacimento che, più si scava, più riserva sorprese.Dopo un primo approccio, ci siamo resi conto dell’immensità e della novità di questa impresa. Non si trattava “soltanto” di catalogare le varie tipologie di prodotti, come, con encomiabile preveggenza, alcuni anni or sono fece l’équipe del professor Corrado Barberis, un lavoro poi trasferito nella fondamentale serie di “Atlanti” pubblicati dall’Insor. Occorreva completare le caselle dei prodotti tipici con i nomi dei produttori, con l’inventario di artigiani, allevatori, agricoltori.Non solo: con grande lungimiranza il Ministero ci chiedeva di compilare quell’inventario non come un elenco telefonico, ma attribuendo a quei produttori un giudizio prima di merito (quel prodotto è tipico? Rispetta i parametri di territorialità, tradizione, genuinità che un prodotto tipico deve esprimere?) e poi organolettico.

9.02.2008

The oil we eat

Kokken. Cocina. Cucina. Kuche. Cozinha.

Il panificio solidale

La gola del filosofo. Il mangiare come metafora del pensare

Nel frontespizio del primo volume dell'"Almanach des Gourmands" di Grimond de la Reynière, stampato nel 1804 a Parigi, è raffigurata una strana e singolare libreria. Si tratta della biblioteca del goloso. Qui, sui lignei e seriosi scaffali a muro rappresentati nell'incisione che, alti e profondi, giungono fino al soffitto e fanno pensare al facile anacronismo di un gigantesco e capiente frigorifero, trovano posto, accostate in luogo dei volumi rilegati in pelle e oro zecchino, provviste alimentari d'ogni tipo.
A. Tagliapietra, La gola del filosofo. Il mangiare come metafora del pensare, in "XÁOS. Giornale di confine", Anno IV, N.1 Marzo -Giugno 2005/2006 URL: http://www.giornalediconfine.net/n_4/1.htm

Architectural Jelly Banquet

9.01.2008

"Cinemadivino"

G.N.A.M!

Attività agricole a garanzia del paesaggio

Tokyo-Choc

just food

Just Food is a non-profit organization that works to develop a just and sustainable food system in the New York City region. We do this by fostering new marketing and food-growing opportunities that address the needs of regional, rural family farms, NYC community gardeners, and NYC communities.

craaaazy berry

MoFA: Museum of Food Anomalies